mizioblog survey # 1. I pubblicitari trombano meno di una volta?

La settimana scorsa mi ha telefonato una giornalista di D di Repubblica che, approfittando dell’avvicinarsi del Festival di Cannes, voleva scrivere un articolo sui pubblicitari. Si lamentava del fatto che non sapeva se glielo avrebbero pubblicato: in redazione consideravano i pubblicitari una categoria un po’ demodé. Ho dovuto ammettere che non aveva tutti i torti, che sono lontani i fasti degli anni ’80 e che oggi la professione non è aspirazionale come una volta. I pubblicitari hanno sempre goduto di una serie di cliché positivi che hanno fatto sì che un buon numero di cazzari ambissero a tale mestiere. Secondo l’opinione generale i pubblicitari da sempre trombano, pippano e guadagnano più degli altri. Ma è ancora così?

In un’intervista a La Shortlist di circa un mese fa (potete rivederla qui) mi si chiedeva appunto se dire di fare il pubblicitario facesse trombare di più. Ho risposto che forse era così negli anni ’80, ma non certo oggi. La stessa risposta l’hanno data altri due direttori creativi più esperti di me: Francesco Emiliani e Luca Scotto di Carlo. Da questo desumo che sia la triste realtà. Vent’anni fa il mestiere era considerato up to date, addirittura il creativo era visto come un artista contemporaneo, mentre oggi il pubblicitario è considerato poco di più di un impiegato specializzato. E chi vorrebbe andare a letto con un impiegato specializzato?

A peggiorare le cose c’è la questione dei compensi. Siccome non si guadagna più come una volta, anche la capacità seduttiva si è ridotta: oggi i pubblicitari possono permettersi di invitare a cena le tipe che vogliono trombare solo in surrogati di ristoranti giapponesi. Sono finiti i tempi delle note spese a quattro cifre.

Un’altra evidenza che avvalora la tesi che i pubblicitari trombano meno di una volta è che oggi ci abbruttiamo molto più velocemente: siamo scontenti per i guadagni, frustrati per il fatto che non ci approvano mai una creatività intelligente, distrutti dagli orari pesanti e terrorizzati dalla precarietà del posto di lavoro. A nostro vantaggio c’è che anche a quarant’anni vestiamo come dei teenager, ma se questo aspetto nel passato faceva “cool” oggi rischia di essere considerato patetico.

Infine c’è da considerare il calo del desiderio. E’ vero, ha colpito tutti, ma a noi pubblicitari ha fatto i danni più evidenti. Pensateci un istante. Come se non bastasse vedere gnocca dappertutto (in tv, sulle copertine dei giornali, sui calendari…) noi la gnocca la vediamo anche sui set. “Beati voi!” potrebbe dire qualcuno. “Beati noi una cippa!” dico io. Non c’è niente di più avvilente di stare a un metro da una super gnocca che si potrebbe conquistare intellettualmente con la tabellina del 6 ed essere ammutoliti da una malvagia occhiata eloquente: “Tanto non te la darò mai”. E passi per noi copy, che a non trombarci le modelle ci siamo abituati da sempre, ma gli art director per questa nuova evoluzione del mestiere stanno soffrendo.

Per concludere, secondo mizioblog survey # 1 i pubblicitari trombano un 34% in meno di una volta. E voi che ne pensate?

Comments (8)

  1. Mi sa che in questo caso vale la regola del silenzio assenso. Io comunque trombo di più. 😉

  2. Mi trovi d’accordo certo… Ma se a fare la pubblicitaria è una donna come funzionano le cose?

  3. Anonymous

    Eh, mi rendo conto di aver scritto un post maschilista.
    Comunque per le donne pubblicitari trombare è ancora più dura. Le copy trombano meno delle art, hanno semmai rapporti cervellotici e inconcludenti, le account invece sono quelle che trombano di più (perché hanno il cervello più libero).

  4. Anonymous

    Ah, quello del post precedente ero io.

    mizio

  5. Anonymous

    Ma scusate… non sapevo che i pubblicitari mentre studiano le campagne suonano la tromba….

  6. Anonymous

    si. Mezza volta, al mese.

  7. Tendenza standard: gli art si accoppiano con le account, le art si accoppiano con i copy.
    Le copy s’arrangino.

  8. Mizio Blog

    Generalizzando: le copy sono troppo cervellotiche per il creativo medio di agenzia.
    Potrebbero fare venire l’esaurimento nervoso anche a un maestro di yoga (lo dico per esperienza vissuta). Per questo di solito si accoppiano con gli analisti.
    I rispettivi.

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