E fuori piove.

Sono troppo incasinato con il lavoro in questi giorni per scrivere cose apparentemente intelligenti. Non mi va però di trascurare il fenomeno sempre più attuale dei licenziamenti nelle agenzie. Il noto ermafrodita KTTB ha appena denunciato un altro episodio e sul suo blog si è aperta una vivace discussione. Andate qui se volete farvi un’idea ed esprimere il vostro parere. Per quanto riguarda il mio, mi riservo di prendermi qualche giorno per esprimere il mio pensiero con lucidità.

Immagine 1

Comments (5)

  1. Noto ermafrodta?!
    Hallelujah Pisellone.
    😉
    m.

  2. Anonymous

    ho letto il link, molto velocemente dati i casini vulcanici, ma oltre a rifletterci voglio darti due commenti a caldo, giusto per consentirti una panoramica ancora più ampia rispetto a quella con un angolo non proprio ampissimo di chi ha scritto il post.
    Uno è di carattere generale: non pensate di essere soli al mondo in questo gioco dello sfruttamento del noviziato. Nel settore da cui provengo (consulenza aziendale) è una prassi assolutamente consolidata e non si fanno molte storie in merito: tutti sanno che è uno scotto da pagare e quei 5 su cento che riescono a sopravvivere e dimostrano di essere capaci hanno spesso opportunità di crescita altrettanto fuori standard.
    Il secondo è invece relativo all’inumanità del trattamento delle persone, su cui sono chiaramente d’accordo. Però non dimentichiamo che la faccenda è un po’ più complessa, soprattutto in Italia, dove le tutele dei lavoratori sono tali e tante da non lasciare, se non a caro prezzo per l’Azienda, grandi alternative. Giusto un esempio: se non consegni una lettera di licenziamento con decorrenza immediata, 9 volte su 10 sei costretto a tenerti per molti mesi quel dipendente che, a torto o a ragione, l’Azienda ritiene non porti più valore aggiunto, perché lo stesso si mette in malattia dal giorno dopo e i termini del licenziamento automaticamente si interrompono.
    Licenziare non è mai umano, ma non è neanche giusto far pagare ai colleghi o alla comunità il peso economico di chi al lavoro ci va giusto perché deve farlo. E la cosa più fastidiosa è che se in situazioni normali tutti i colleghi criticano l’azienda perché continua a tenere “quello là” che non fa niente a spese nostre, quando la situazione è critica tutti se la fanno sotto e piuttosto difendono anche i fancazzisti storici, criticati fino al giorno prima.
    Ovviamente non c’è alcun riferimento a persone e fatti reali (che peraltro nel caso specifico non conosco per niente), giusto un aspetto da considerare nelle riflessioni.

  3. Da quello che ho letto su kttb mi pare che il problema non sia tanto della consegna di lettera di licenziamento con decorrenza immediata, di noviziato (le persone licenziate hanno 7  e 10 anni di esperienza e immagino non siano proprio stagisti) e di colleghi fancazzisti, ma di etica e di metodi troppo sporchi. Se vuoi licenziare una persona perché l’azienda è in crisi puoi farlo (e sotto i 15 dipendenti le tutele del lavoratore, credimi sono veramente poche). Un bravo imprenditore però è anche capace di prendersi apertamente le proprie responsabilità e di affrontare con serietà la situazione. In questo caso invece ci troviamo di fronte a persone che il 31 del mese (ultimo giorno utile) senza preavviso alcuno, hanno licenziato dei lavoratori chiudendoli in una stanza e dando loro come unica possiblità di scelta quella di firmare le dimissioni (la strada più facile per le agenzie che così si  lavano la reputazione  e  continuano a dire su youmark che tutto va bene). Aldilà dei licenziamenti, Kttb fa un quadro perfetto del settore oggi. E forse da quelle parole bisognerebbe ripartire. E mi chiedo perché queste cose si sanno solo dai blog? Perché dailymedia stamattina non diceva niente? Perché su youmark la crisi non c’è mai e tutti parlano di nuove aperture, nuovi clienti, nuovi soci? Perché l’ADCI non c’è? Perché Assocomunicazione non impone qualche regola? Perché i lavoratori icenziati o che si sono dimessi (sotto minaccia di licenziamento) non fanno una bella vertenza sindacal? E perché non la fanno tutti quelli che per anni lavorano 12 14 16 ore al giorno, sabato e domeniche incluse senza uno straccio di straordinario? Perché tutto continua a sembrarci così normale? Dovremmo cominciare a capire che il nostro è prima di tutto un lavoro. Un lavoro come tutti gli altri. Sarebbe un buon punto di partenza.

  4. mizioblog

    Sono d’accordo con te.

    Il problema del nostro ambiente, rispetto ad esempio quello della consulenza aziendale, è che è obnubilato dall’ambizione.

    Un aspirante consulente aziendale fa anche uno stage non retribuito all’inizio ma il suo fine è arrivae a un contratto che gli faccia guadagnare soldi. 
    E poi un altro ancora che gli faccia guadagnare un sacco di soldi.
    Noi creativi invece spesso anteponiamo la possibilità di un premio a quella di uno stipendio.
    Per questo siamo così ricattabili dalle agenzie.
    Per la nostra ambizione.
    Per questo nella maggior parte dei casi siamo dei coglioni immaturi che sanno solo lamentarsi dell’ingiustizia del mondo.

    Per quanto riguarda i modi anch’io ritengo che sia necessario il rispetto della dignità umana.
    Non conosco bene questo caso, ma in passato in una grande agenzia licenziavano le persone mentre il direttore creativo era barricato nel suo ufficio e aveva spiegato la sua immotivata assenza con un improbabile e repentino viaggio all’estero.

  5. Non ne parla nemmeno La Shortlist su FB che pure potrebbe essere un luogo utile visto che ha più di mille amici tra i creativi. Ho provato a mettere il link nella bacheca, ma me l’hanno rimosso. E io l’ho rimossa dalle mie amicizie.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *