Il manualetto Sade&Sade, capitolo I: “come seviziare uno stagista”.

Prendete uno stagista da una delle migliori scuole di comunicazione di Milano, possibilmente sceglietene uno che non sia originario di Milano (sempre che l’agenzia abbia sede a Milano; sennò la provenienza non conta: la cosa importante è che debba spendere soldi al di sopra delle sue possibilità per mantenersi).

Se siete in un’agenza che non ha la possibilità di fare lavori particolarmente creativi, scegliete uno stagista bravo, se invece siete in un’agenzia che gode di prestigio creativo, sceglietene uno privo di talento (tanto gli farete fare solo le fotocopie).

Durante il colloquio mettetelo subito in soggezione, fategli capire che è già fortunato a lavorare in pubblicità, figuriamoci il culo che ha per essere entrato in un’agenzia come la vostra. Ditegli subito che non guadagnerà niente, e che non avrà neppure un rimborso spese. Se non risponde immediatamente: “era proprio quello che mi aspettavo, ma non pensi che lavorare gratis intaccherà il mio entusiasmo”, mostrategli la testa rimpicciolita sotto spirito che avete comprato da un finto indigeno durante il viaggio che avete fatto in amazzonia. Ditegli che è un copy junior che ha osato chiedere in amministrazione un rimborso spese dopo che lo avevate mandato a comprare con i suoi soldi 55 barattoli di Spray Mount. Se lo stagista è un tipo timido, introverso, datelo in pasto come assistente a uno dei creativi più stronzi dell’agenzia. In caso di stagista donna è consigliabile un art  senior misogino, in caso di stagista uomo, invece, potrebbe andare bene la copy senior gay o quella che è stata appena lasciata dal marito e odia tutto il genere maschile. Iniziatelo subito al nonnismo: mandatelo a fare le commissioni più inutili e degradanti (riportare le tazzine di caffè al bar, pagare le bollette del telefono), passategli lavori che non abbiano alcuna implicazione intellettuale come fare le fotocopie, gli scontorni e le ricerche di immagini su internet. L’assuefazione del cervello di uno stagista, infatti, è uno degli obiettivi che un buon seviziatore d’agenzia deve perseguire. Ma se vedete che l’umore dello stagista cala troppo rapidamente, stimolatelo con una falsa prospettiva. Una delle techiche più efficaci si chiama THE BIG OPPORTUNITY. E cioè: individuate il progetto più noioso e insulso che ci sia in agenzia al momento e passateglielo, confezionandolo però come se fosse la cosa più interessante al mondo, e come se dall’esito di quel lavoro dipendessero le sorti dell’agenzia o, ancora meglio, della sua carriera. Una motivazione ancora più valida potrebbe essere quella di far intravedere allo stagista la possibilità di vincere qualche premio in qualche categoria assurda (typography in un flyer) o addirittura inventata (Posology: miglior testo per un foglietto illustrativo di medicinale). Importante: per evitare che lo stagista subdori il trucco, non possono essergli sottoposte più di tre BIG OPPORTUNITY (3 saranno sufficienti per tenere il suo morale abbastanza alto per tutto lo stage). Un altro metodo per stimolare lo stagista ed evitare che cada in depressione, è THE TRAP. Quando in agenzia capita una gara o un progetto importante, cioè, dite allo stagista che se vuole può presentare anche lui delle idee. Vedrete che ne sarà entusiasta. Freddate subito la sua gioia con delle minacce appropriate: ditegli che se per pensare alle idee trascurerà tutto il lavoro degradante che gli passate quotidianamente, verrà retrocesso alla reception. Fategli quindi fare due settimane di intenso lavoro (giorno e notte, sabato e domenica), poi alla presentazione interna cassategli tutte le proposte. Giustificatevi dicendo che quelle dei suoi colleghi più anziani sono più giuste, e che d’altronde non potrebbe essere altrimenti: l’esperienza a qualcosa serve! Da qui in poi, inizia la parte più sofisticata di THE TRAP. Ditegli che siccome lo avete coinvolto nel progetto, non può esimersi dal darsi da fare per la presentazione, anche se le proposte sono di altri creativi. Commissionategli i lavori più umili: stampare, ritagliare, incollare. Il giorno prima della presentazione fategli fare veramente tardi in ufficio e, prima di lasciarlo tornare a casa, assicuratevi che abbia perso l’ultimo metro. Rifiutategli i soldi per il taxi, trovando una scusa banale e insostenibile. Vedrete che il ritorno a casa, naturalmente in una zona depressa  di Milano perché non ha i soldi per mantenersi in un quartiere decente, avrà delle conseguenze. Se lo stagista è di sesso maschile probabilmente sarà aggredito e accoltellato, se la stagista invece sarà di sesso femminile verrà semplicemente stuprata. L’indomani, ancor prima che lo stagista possa raccontarvi le tristi vicissitudini della sera prima (in modo che ignorandole non possiate essere accusati di insensibilità o, nella peggiore delle ipotesi, corriate il rischio di sentirvi in colpa), comunicategli che lo stage è finito e che l’agenzia non ha nessuna intenzione di rinnovarglielo, né tantomeno di assumerlo. Dategli una pacca sulla spalla, sorridetegli, e rincuoratelo dicendogli che comunque con il nome della vostra agenzia in curriculum non avrà problemi a trovarsi un altro posto. Magari in stage. Dopodichè alzate il telefono, chiamate una delle migliori scuole di comunicazione di Milano e ripetete dal principio la trafila dello stagista.

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